In occasione del ventesimo anno di attività dei Pearl Jam, Cameron Crowe, ex giornalista musicale, realizza un documentario sui cinque di Seattle. Una band sopravvissuta alle mode (il calderone del grunge anni '90) e caratterizzata da una fiorente discografia. Un rockumentary consigliato per lo più ai fan del gruppo di Seattle, ma non molto adatto ai neofiti. Cameron Crowe ripesca materiale d'epoca, filmati di esibizioni live ed interviste, alternandole a dialoghi attuali con Eddie Vedder e compagni. Nessun importante passo della storia dei Pearl Jam viene trascurato: la nascita, dalle ceneri dei Temple Of The Dog e dei Mother Love Bone (con particolare accento sull'episodio della morte del cantante di questi ultimi, Andrew Wood); l'esordio con l'album Ten (1991); la cadenzata produzione successiva, contraddistinta da una regolarità unita all'autosufficienza promozionale (la volontà di non girare videoclip per molti anni); la lotta contro la major Ticketmaster allo scopo di calmierare i prezzi dei biglietti dei concerti; la tragedia del festival di Roskilde (2000). Un'operazione sentita, ma didascalica e un po' faziosa, impegnata in un'evidente apologia di Vedder e soci.