Room
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2015
Paesi
Irlanda, Canada
Genere
Drammatico
Durata
118 min.
Formato
Colore
Regista
Lenny Abrahamson
Attori
Brie Larson
Jacob Tremblay
Sean Bridgers
Wendy Crewson
Joan Allen
William H. Macy
Un bambino di cinque anni, Jack (Jacob Tremblay), viene curato dalla madre Ma (Brie Larson), che gli sta sempre accanto in una specie di rapporto simbiotico. La vita dei due non è però delle più ordinarie, visto che madre e figlio vivono in una stanza di dieci metri quadri e il piccolo non conosce né la realtà né il mondo esterno, cresciuto com’è in una condizione di assoluto isolamento.

L’indipendente Lenny Abrahamson adatta il bestseller Stanza, letto, armadio, specchio di Emma Donoghue, presente nel progetto anche in veste di sceneggiatrice e produttrice, e realizza un film dalle notevoli premesse, girato e concepito in buona parte all’interno di una singola stanza e incentrato su un rapporto viscerale non del tutto sano, anche se non per questo lontano dalla commozione, dalla purezza e dall’immedesimazione, tra una madre e un figlio uniti da un attaccamento inscindibile. Nonostante la forte suggestione e le alte potenzialità suggerite da questi aspetti, che almeno all’inizio contribuiscono a rendere il prodotto atipico e spiazzante, Abrahamson non riesce però a infondere a una storia così emotivamente dirompente la giusta dose di forza espressiva, né tantomeno a imprimerle una messa in scena adeguata. Il regista di Garage (2007) e Frank (2014) insiste infatti in maniera discutibile su primi piani e passaggi lievi e/o lacrimevoli, evitando di lavorare sulla claustrofobia dell’ambiente e senza instaurare alcun tipo di rapporto causa-effetto tra i personaggi e lo spazio che essi abitano; uno sguardo che vanifica ogni tormento nella semplificazione e nell’ammiccamento buonista, tra dissertazioni crude un po’ studiate a tavolino e un’estetica da film che ostenta il suo pauperismo in maniera troppo scontata, levigata e precostituita, evitando di sporcarsi davvero le mani. Madre e figlio sono interpretati in maniera eccezionale dalla bravissima Brie Larson e dal piccolo Tremblay, ma il film non decolla quasi mai e la seconda parte, che si appiattisce anziché aprirsi alla meraviglia della scoperta, è preda di ripiegamenti privati piuttosto banali, con tanto di sfiatato cameo di William H. Macy (Robert). Finale in crescendo, che regala un insperato sussulto proprio allo scadere. Quattro nomination all’Oscar (film, regia, attrice protagonista, sceneggiatura non originale), ma solo l'interprete Brie Larson è riuscita a vincere l'ambito premio.
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