Strani bagliori sovrastano la tranquilla cittadina di Mossingham e annunciano l'arrivo di un misterioso visitatore proveniente da un’altra galassia. Nella vicina Fattoria Mossy Bottom, Shaun ha altre cose per la testa, dato che i suoi piani dispettosi vengono continuamente rovinati da un esasperato Bitzer. Quando un misterioso, piccolo extraterrestre cade con il suo UFO proprio all’interno della fattoria, Shaun si preparerà a vivere una nuova avventura.

Sequel del bellissimo Shaun, vita da pecora – Il film del 2015, è il secondo lungometraggio ispirato alla celebre serie omonima creata da Nick Park. Hanno proprio lavorato a questo prodotto per il piccolo schermo i due registi Will Becher e Richard Phelan, esordienti dietro la macchina da presa di un lungometraggio perfettamente in linea con la gloriosa storia della Aardman Animations: stop-motion, gag comiche, numerose citazioni alla storia del cinema e tanto sano divertimento. L’operazione è infatti coinvolgente per tutte queste ragioni, a partire da una resa visiva notevole e da riferimenti che toccano tanto cinema di fantascienza del passato (in maniera simile a quanto fatto col genere horror con Wallace & Gromit – La maledizione del coniglio mannaro). Il principale riferimento è in maniera evidente E.T. – L’extraterrestre, ma c’è spazio anche per altri omaggi al cinema di Steven Spielberg, da Lo squalo a Incontri ravvicinati del terzo tipo, e per altri capolavori del genere come 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Quello di Becher e Phelan è un film che vive di un accumulo di situazioni, a volte anche eccessivamente tanto da minare un po’ la semplicità del racconto, ma la visione resta sempre appagante, seppur l’andamento sia prevedibile e non ci sia più la grande sorpresa lasciata dai primi film della casa di produzione britannica. Perfetto per una visione insieme a tutta la famiglia, è un atto d’amore nei confronti del cinema di fantascienza e di una tecnica (la stop-motion) così antica eppure, sempre, così moderna.