Oklahoma. Sopravvissuta da bambina a una tromba d'aria che ha devastato la fattoria di famiglia, causando la morte del padre, la dottoressa Jo Harding (Helen Hunt) è una cacciatrice di tornadi intenzionata a sperimentare un sofisticato strumento in grado di studiare la struttura interna degli uragani. Sfiderà l'impressionante forza della natura insieme al suo compagno William (Bill Paxton), scienziato dal quale sta per divorziare.

Sulla base di una struttura basica che riduce al minimo la trama per concentrarsi sulla dimensione spettacolare (di facile presa sul grande pubblico), Jan de Bont, a due anni di distanza dal gioiellino Speed (1994), conferma qui il suo sguardo dinamico nel realizzare blockbuster dalla tecnica (quasi) inappuntabile. Le scaramucce tra i due protagonisti, gli eccessi enfatici nel sottolineare la sfida dell'uomo contro la natura, lo spirito patriottico della missione bigger than life di uomini "comuni" che mettono a rischio la propria vita sono ingenuità che passano in secondo piano rispetto alla strabiliante realizzazione dei tornadi, le cui devastazioni sono coreografate come un macabro balletto di morte. Uno spettacolone di puro intrattenimento, da vivere come un eccitante giro in giostra e niente più. Fondamentale il contributo dei tecnici dell'Industrial Light & Magic, autori degli effetti speciali. Lo strumento è battezzato Dorothy come l'omonima protagonista de Il Mago di Oz (1939), la quale venne per l'appunto risucchiata da un tornado. Sceneggiatura di Michael Crichton e Anne-Marie Martin, fotografia di Jack N. Green.