Il 22 luglio 2011, l'estremista di destra Anders Breivik (Anders Danielsen Lie) compie una strage in un campus a Utøya, piccola isola vicina a Oslo, provocando la morte di oltre settanta persone. Per il giovane Viljar (Jonas Strand Gravli), uno dei ragazzi sopravvissuti, non sarà facile tornare alla normalità, mentre l'avvocato Geir Lippestad (Jon Øigarden), difensore di Breivik, si confronta con uno dei più agghiaccianti casi di terrorismo della storia recente.



Grande nome del cinema action di solidissima fattura, Paul Greengrass arriva in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia con un'opera che ripercorre i tragici eventi che hanno segnato la Norvegia (e il mondo intero) diffondendo mai come prima, anche su suolo europeo, la strisciante paura legata al terrorismo. Nella prima mezz'ora, il regista britannico dimostra tutta la sua maestria nel coreografare le scene di azione, mettendo in scena la lunga sequenza della carneficina con perizia stilistica davvero notevole, grazie all'uso sapiente del montaggio e sfruttando al meglio le potenzialità di un cinema nervoso e sincopato. Un folgorante incipit che poi lascia spazio alla ricostruzione del dramma vissuto dopo aver visto l'orrore calato nella quotidianità. Nonostante i momenti prolissi non manchino e spesso faccia capolino il rischio di un approccio didascalico a un tema così delicato, risulta vincente l'idea di concentrarsi sia sul versante giudiziario, sia su quello più intimo legato a coloro che sono riusciti a salvarsi: significativa, in questo senso, la figura di Viljar, metafora di un’intera nazione ferita che prova a rialzare la testa. Le riflessioni sulla minaccia globale che grava sulla contemporaneità risultano spesso efficaci ed è percepibile, soprattutto nel finale, una solenne e nobile volontà di realizzare un'opera anche di impegno civile. Decisamente meno efficace l'incursione nella politica, con la figura del Primo Ministro solamente abbozzata. Distribuito da Netflix. Nello stesso anno è uscito un altro film (decisamente superiore) sullo stesso drammatico evento, U – July 22 (2018), presentato in concorso a Berlino.
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