Felicemente sposata e madre di una bambina di nove anni, la cabarettista Astrid (Julia Jentsch) è in dolce attesa per la seconda volta. Ma la gravidanza si complica quando scopre che il nascituro sarà affetto dalla sindrome di Down e presenta una grave malformazione cardiaca.



Dramma morale declinato al femminile, 24 Weeks analizza il rapporto di coppia e i turbamenti esistenziali di fronte alla non conformità, nel momento in cui alcune consolidate certezze sembrano venire meno. Il cuore della vicenda è racchiusa nella scelta che Astrid, condannata a soffrire e allo stesso tempo a continuare a far ridere il proprio pubblico, si vede di fronte: portare a termine la gravidanza o ricorrere all'aborto? Una decisione più grande della vita stessa che, in ogni caso, si rivelerà una dolorosa presa di coscienza. Il film purtroppo non ha una continuità drammaturgica ben definita e patisce la mancanza di una netta scansione temporale che insista sullo scorrere del tempo e, quindi, sulla necessità di affrettare la cruciale decisione. I dialoghi ben scritti e l'efficace alchimia tra i due protagonisti non riescono comunque a rendere corposa un'opera che si dilunga senza colpire a dovere dal punto di vista emotivo, nonostante un tema decisamente scomodo e, per molti versi, tabù. L'accettazione della diversità è solo abbozzata e la storia finisce per mostrare la corda soprattutto nel finale, risolto in maniera sbrigativa e poco personale. Presentato in concorso al Festival di Berlino.
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