L'accordatore
NastrojÅ¡Äik
Durata
154
Formato
Regista
Pressato dalla fidanzata Lina (Renata Litvinova), che vuole condurre una vita agiata e senza preoccupazioni, il bisognoso e furbetto Andrjuša (Georgij Deliev) aggancia due anziane riccone, Anna Sergeevna (Alla Demidova) e Ljuba (Nina Ruslanova), e inizia a circuirle per spillare loro denaro.
Commedia nerissima diretta dalla regista Kira Muratova, anche sceneggiatrice con Sergej ÄŒetvertakov ed Evgenij Golubenko (dai racconti brevi di A.F. KoÅ¡ko). L'apparente levità di superficie, con un interessante riaggiornamento del genere, che si trasforma in un evidente omaggio ai classici (impossibile non pensare alla Hollywood dei tempi d'oro), rimanda a una strisciante malinconia di fondo, dovuta alla rappresentazione di arrivismo e opportunismo inevitabilmente connaturati alla natura umana; funzionali, in tal senso, gli inserti grotteschi, veicolo di una immediata allegria che non esclude un disturbante (quanto costruttivo) senso di disagio. Script compatto e senza fronzoli, ritmo indiavolato e caratterizzazioni frizzanti: la Muratova dimostra sapienza, sia strutturale che stilistica, nel gestire una materia di base solo apparentemente innocua, e riesce nell'ardua impresa di tenere viva l'attenzione spettatoriale per due ore e mezza, fatto ormai sempre più raro nel cinema contemporaneo. Interpreti in gran forma, con menzione d'onore per le attempate (e scatenate) Alla Demidova e Nina Ruslanova. Notevole il bianco e nero di Gennadij Karjuk; musiche di Valentin Silvestrov.
Commedia nerissima diretta dalla regista Kira Muratova, anche sceneggiatrice con Sergej ÄŒetvertakov ed Evgenij Golubenko (dai racconti brevi di A.F. KoÅ¡ko). L'apparente levità di superficie, con un interessante riaggiornamento del genere, che si trasforma in un evidente omaggio ai classici (impossibile non pensare alla Hollywood dei tempi d'oro), rimanda a una strisciante malinconia di fondo, dovuta alla rappresentazione di arrivismo e opportunismo inevitabilmente connaturati alla natura umana; funzionali, in tal senso, gli inserti grotteschi, veicolo di una immediata allegria che non esclude un disturbante (quanto costruttivo) senso di disagio. Script compatto e senza fronzoli, ritmo indiavolato e caratterizzazioni frizzanti: la Muratova dimostra sapienza, sia strutturale che stilistica, nel gestire una materia di base solo apparentemente innocua, e riesce nell'ardua impresa di tenere viva l'attenzione spettatoriale per due ore e mezza, fatto ormai sempre più raro nel cinema contemporaneo. Interpreti in gran forma, con menzione d'onore per le attempate (e scatenate) Alla Demidova e Nina Ruslanova. Notevole il bianco e nero di Gennadij Karjuk; musiche di Valentin Silvestrov.