Il bancario Manfredo (Tomas Milian) sposa, offuscato dai fumi dell'alcol, l'avvenente “Tonino” (Maria Grazia Buccella), ragazza senza inibizioni inevitabilmente in contrasto con le regole della società. I coniugi andranno a vivere nello stesso palazzo del capo di lui (Gastone Moschin), in apparenza moralista ma in realtà attratto dai comportamenti della donna.

Irritante commedia degli equivoci, che cerca furbescamente di utilizzare il gioco del contrasto per far emergere le derive moralistiche contemporanee. Festa Campanile ovviamente non ci riesce e, anzi, spinge forte sulle grazie della Buccella. Il soggetto di Ottavio Jemma è talmente banale da rasentare l'amatorialità. Persino le musiche di Trovajoli passano in secondo piano di fronte ai dialoghi grotteschi tra i protagonisti. Mario Cecchi Gori produce e appare in un raro e fugace cameo.
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