Lunghi addii

Dolgie provody

Anno

Paese

Generi

Durata

97

Formato

Regista

Dopo aver passato le vacanze estive con il padre, il giovane Sasha (Oleg Vladimirsky) si mostra distante e scostante e progetta di lasciare la madre (Zinaida Sharko) per vivere con l’altro genitore.

Uno studio sulle paure e le idiosincrasie di una donna di mezz’età. Dal rapporto con il figlio a quello con i colleghi, passando per la possibilità di una nuova frequentazione romantica. Sebbene sia lei il centro della pellicola, anche la caratterizzazione del figlio adolescente che ha bisogno di trovare la sua indipendenza è eccellente. Il tutto viene fatto però abbracciando le influenze delle nuove onde che stavano ormai da un decennio invadendo il cinema europeo e non solo. Il risultato è un film dalla regia vibrante, capace di regalare sequenze notevoli, come lo struggente finale. Alcuni passaggi sono lievemente macchinosi, ma non intaccano troppo l’esito finale. Per le novità stilistiche e contenutistiche, poco allineate con il regime sovietico, il film fu bloccato per più di quindici anni dal mercato distributivo, trovando la giusta rivalsa solo alla fine degli anni ‘80, con l’arrivo della perestrojka.
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