Diary of the Dead – Le cronache dei morti viventi
Diary of the Dead
Durata
95
Formato
Regista
Mentre un gruppo di studenti di cinema sta girando un horror nei boschi, arrivano notizie di misteriose violenze e disordini in tutto il Paese. Il regista Jason (Joshua Close) decide di tornare a cercare la sua fidanzata (Michelle Morgan) al campus, documentando il tutto con la sua videocamera.
La metafora degli zombie si contamina con l'ossessione contemporanea per la documentazione a tutti i costi, tema trattato in maniera sorprendentemente efficace anche in Cloverfield di Matt Reeves (2008) di poco successivo. L'intera narrazione è mediata dal monitor della macchina a mano che racconta la fuga dei protagonisti dagli zombie, le loro dipartite graduali e la simultanea deriva della società circostante. Ancora una volta, Romero pone l'accento sui temi a lui più congeniali riuscendo a essere originale, nei contenuti e nella forma, dimostrando di avere l'intelligenza di un autore che non smette mai di fare ricerca. I non-morti, con la loro inanità, finiscono per essere doppiamente vittime dell'umanità disumanizzata, che si diverte a usarli come bersagli da tiro e pubblica il video delle torture su YouTube: l'interrogativo che preme sul regista e, al quale, è difficile e doloroso rispondere, è se tutto sommato questa umanità cannibale sia davvero degna di essere salvata.
La metafora degli zombie si contamina con l'ossessione contemporanea per la documentazione a tutti i costi, tema trattato in maniera sorprendentemente efficace anche in Cloverfield di Matt Reeves (2008) di poco successivo. L'intera narrazione è mediata dal monitor della macchina a mano che racconta la fuga dei protagonisti dagli zombie, le loro dipartite graduali e la simultanea deriva della società circostante. Ancora una volta, Romero pone l'accento sui temi a lui più congeniali riuscendo a essere originale, nei contenuti e nella forma, dimostrando di avere l'intelligenza di un autore che non smette mai di fare ricerca. I non-morti, con la loro inanità, finiscono per essere doppiamente vittime dell'umanità disumanizzata, che si diverte a usarli come bersagli da tiro e pubblica il video delle torture su YouTube: l'interrogativo che preme sul regista e, al quale, è difficile e doloroso rispondere, è se tutto sommato questa umanità cannibale sia davvero degna di essere salvata.