L'arte del sogno
La science des rêves
Durata
105
Formato
Regista
Stéphane (Gael García Bernal) torna a Parigi dal Messico con la speranza di poter svolgere un lavoro creativo: in realtà, la sua occupazione sarà molto più monotona del previsto e il ragazzo potrà dare sfogo alla propria fantasia soltanto nel mondo dei sogni. Conosce la sua vicina di casa, Stéphanie (Charlotte Gainsbourg), di cui s'innamora, ma conquistarla non sarà così facile.
Michel Gondry tenta la strada in solitaria: dopo due pellicole dirette su sceneggiatura del brillante Charlie Kaufman (Human Nature del 2001 e Se mi lasci ti cancello del 2004), il regista francese scrive lui stesso la storia di un progetto ancor più personale. Rispetto allo splendido film precedente, L'arte del sogno è un prodotto in apparenza più semplice e convenzionale, ma il risultato è altrettanto toccante, e la poetica del regista si esprime ancora al meglio. Così come il suo personaggio, Gondry sfoga pienamente la sua creatività, e costruisce una pellicola sincera e ammaliante, tutta giocata sul sottile confine tra realtà e immaginazione. A colpire sono soprattutto gli effetti speciali artigianali, i fondali dipinti e l'animazione vintage (il riferimento principale è alla scuola d'animazione cecoslovacca) che caratterizza l'universo onirico in cui si muove Stéphane: un mondo in cui può portare la sua amata a cavalcare con lui un cavallo di pezza in direzione dell'infinito. Una notevole storia d'amore, con protagonisti due attori in discreta forma: Gondry avrebbe voluto la cantante Bjӧrk nella parte di Stéphanie, ma Charlotte Gainsbourg fa bene il suo dovere.
Michel Gondry tenta la strada in solitaria: dopo due pellicole dirette su sceneggiatura del brillante Charlie Kaufman (Human Nature del 2001 e Se mi lasci ti cancello del 2004), il regista francese scrive lui stesso la storia di un progetto ancor più personale. Rispetto allo splendido film precedente, L'arte del sogno è un prodotto in apparenza più semplice e convenzionale, ma il risultato è altrettanto toccante, e la poetica del regista si esprime ancora al meglio. Così come il suo personaggio, Gondry sfoga pienamente la sua creatività, e costruisce una pellicola sincera e ammaliante, tutta giocata sul sottile confine tra realtà e immaginazione. A colpire sono soprattutto gli effetti speciali artigianali, i fondali dipinti e l'animazione vintage (il riferimento principale è alla scuola d'animazione cecoslovacca) che caratterizza l'universo onirico in cui si muove Stéphane: un mondo in cui può portare la sua amata a cavalcare con lui un cavallo di pezza in direzione dell'infinito. Una notevole storia d'amore, con protagonisti due attori in discreta forma: Gondry avrebbe voluto la cantante Bjӧrk nella parte di Stéphanie, ma Charlotte Gainsbourg fa bene il suo dovere.