Balli (Askell Einar Palmason) è un adolescente introverso, vittima di bullismo a scuola e di una complessa situazione domestica. Un giorno alcuni ragazzi della sua età iniziano ad avere un atteggiamento diverso verso di lui, tanto da poter pensare che Balli abbia trovato degli amici. Tra di loro si crea una forma di complicità, ma questo legame inizierà presto a vacillare a causa di codici di comportamento fondati sulla violenza.

Non è il classico film sul bullismo e non è il classico film islandese a cui pensiamo abitualmente, Beautiful Beings, lungometraggio che penetra nelle ombre dell’isola vicino al Polo Nord per affrontare un complicato coming-of-age fatto di inquietudini, ansie e tormenti. Ha un taglio quasi da film dell’orrore, come dimostra anche la notevole sequenza iniziale, questo interessante lungometraggio che risulta credibile, intenso e decisamente sentito. Lungo il percorso c’è qualche prolissità di troppo e alcune ridondanze, ma la pellicola è incisiva e ben girata, capace di alternare momenti dal taglio magico ad altri estremamente terreni e tangibili. Buona prova dell’intero cast. Il film è stato presentato all’interno della sezione Panorama della Berlinale 2022. 
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