Belva di guerra
The Beast of War
Durata
111
Formato
Regista
1981: un carro armato sovietico composto da un equipaggio di cinque uomini (George Dzundza, Jason Patric, Steven Bauer, Stephen Baldwin, Don Harvey) viene colpito da una granata che mette fuori uso la radio. I soldati, persi nel deserto afghano, vengono inseguiti da un gruppo di mujaheddin in cerca di vendetta. Ma il vero conflitto viene a crearsi proprio all'interno del carro armato.
Da qualche osservatore poco accorto, Belva di guerra di Kevin Reynolds potrebbe benissimo essere scambiato per un film meramente intento a celebrare l'americanismo, in opposizione al mondo sovietico. Si tratterebbe, manco a dirlo, di una banalizzazione ideologica frettolosa e imperdonabile, dato che il film, pur con tutti i suoi limiti e i suoi passaggi discutibili, si focalizza piuttosto sulla ricerca, in mezzo alle macerie del conflitto, di una comune matrice umana che non può che accomunare tutti gli uomini anche in contesti di violenza estrema e forzata. Un war movie valido anche se non eccelso, quello del regista di Waterwold (1995), dimenticato in fretta e furia un po' da tutti e un po' a torto. In fondo, in mezzo ad alcuni momenti di stanca, c'è anche posto per qualche sequenza davvero efficace. Tratto da una pièce di William Mastrosimone, autore che ha curato anche la sceneggiatura del film.
Da qualche osservatore poco accorto, Belva di guerra di Kevin Reynolds potrebbe benissimo essere scambiato per un film meramente intento a celebrare l'americanismo, in opposizione al mondo sovietico. Si tratterebbe, manco a dirlo, di una banalizzazione ideologica frettolosa e imperdonabile, dato che il film, pur con tutti i suoi limiti e i suoi passaggi discutibili, si focalizza piuttosto sulla ricerca, in mezzo alle macerie del conflitto, di una comune matrice umana che non può che accomunare tutti gli uomini anche in contesti di violenza estrema e forzata. Un war movie valido anche se non eccelso, quello del regista di Waterwold (1995), dimenticato in fretta e furia un po' da tutti e un po' a torto. In fondo, in mezzo ad alcuni momenti di stanca, c'è anche posto per qualche sequenza davvero efficace. Tratto da una pièce di William Mastrosimone, autore che ha curato anche la sceneggiatura del film.