L'ultima casa a sinistra
The Last House on the Left
Durata
84
Formato
Regista
Le adolescenti Mari (Sandra Peabody) e Phyllis (Lucy Grantham) s'imbattono in un quartetto di pericolosi e psicotici evasi. Saranno sottoposte a torture fisiche e psicologiche fatali, ma la vendetta calerà sui malviventi in maniera altrattanto spietata.
Esordio di Wes Craven, vagamente ispirato a La fontana della vergine (1960) di Ingmar Bergman. Ancora lontano dall'horror puro, grazie al quale riscuoterà enorme successo tra gli anni '80 e '90, il regista di Nightmare – Dal profondo della notte (1984) realizza una pellicola cruda, maldigerita all'epoca dall'opinione pubblica, che molto deve al genere exploitation. Una raffigurazione per nulla conciliante e catartica della violenza, rappresentata con mezzi ovviamente e giustificatamente poveri, ma d'impatto e sufficientemente disturbante per diventare un caso. Le scene di stupro e le sevizie colpiscono e stordiscono, ma ciò che più conta è che la ferocia vendicativa, ragionata e premeditata, può celarsi anche nell'animo delle persone più insospettabili: sangue chiama sangue e a nulla vale la legge precostituita, qui ridicolizzata attraverso gli impacciati personaggi dello sceriffo e del suo vice. L'uso della colonna sonora, che accompagna talvolta con sottofondi musicali allegri scene che dovrebbero suscitare tensione, crea un effetto straniante. Sperimentale e grezzo, sconvolgente e coraggioso. Perfetto per i fan di Craven, sconsigliato agli impressionabili. Musiche di David Hess, che compare nel film nei panni di Krug. Con un omonimo e mediocre remake diretto nel 2009 da Dennis Iliadis.
Esordio di Wes Craven, vagamente ispirato a La fontana della vergine (1960) di Ingmar Bergman. Ancora lontano dall'horror puro, grazie al quale riscuoterà enorme successo tra gli anni '80 e '90, il regista di Nightmare – Dal profondo della notte (1984) realizza una pellicola cruda, maldigerita all'epoca dall'opinione pubblica, che molto deve al genere exploitation. Una raffigurazione per nulla conciliante e catartica della violenza, rappresentata con mezzi ovviamente e giustificatamente poveri, ma d'impatto e sufficientemente disturbante per diventare un caso. Le scene di stupro e le sevizie colpiscono e stordiscono, ma ciò che più conta è che la ferocia vendicativa, ragionata e premeditata, può celarsi anche nell'animo delle persone più insospettabili: sangue chiama sangue e a nulla vale la legge precostituita, qui ridicolizzata attraverso gli impacciati personaggi dello sceriffo e del suo vice. L'uso della colonna sonora, che accompagna talvolta con sottofondi musicali allegri scene che dovrebbero suscitare tensione, crea un effetto straniante. Sperimentale e grezzo, sconvolgente e coraggioso. Perfetto per i fan di Craven, sconsigliato agli impressionabili. Musiche di David Hess, che compare nel film nei panni di Krug. Con un omonimo e mediocre remake diretto nel 2009 da Dennis Iliadis.