Black Tide
Fleuve noir
Durata
113
Formato
Regista
L'adolescente Dany scompare nel nulla. François Visconti (Vincent Cassel), capo della polizia stanco e disilluso che è stato da poco lasciato dalla moglie, prende il controllo del caso e organizza le ricerche.
Tratto dal best-seller The Missing File di Dror Mishani, Black Tide è un thriller dalle atmosfere mystery che ricalca in maniera pigra e decisamente prevedibile tutte le prerogative del genere, con un’approssimazione nella scansione degli eventi e nell’intreccio che tende a vanificare le atmosfere in parte azzeccate e godibili. Succube di una matrice letteraria non proprio impeccabile e irreprensibile (d’ambientazione israeliana, spostata a Parigi), il film di Erick Zonca annaspa tra situazioni a tinte forti, puntualmente prive della giusta asciuttezza e misura e caratterizzazioni di grana grossa, ma a fare da mattatore assoluto è senza ombra di dubbio un volenteroso Vincent Cassel nei panni di un uomo trasandato nello stile e dai modi bruschi e controversi: un alcolizzato insofferente e insopportabile, che l’attore interpreta con una considerevole trasformazione nel look (peluria ingombrante e scomposta) e un grande sfoggio di modi spicci e riottosi, poco inclini ad andare per il sottile e con un improbabile vena da seduttore. La sua prova attoriale, efficace sebbene a larghi tratti stucchevole e malamente grottesca, è l’unica, assai parziale, nota di interesse di un progetto altrimenti del tutto approssimativo e dimenticabile in quasi tutte le sue componenti, con protagonista un bad cop in piena regola. Romain Duris interpreta l’insegnante di Dany.
Tratto dal best-seller The Missing File di Dror Mishani, Black Tide è un thriller dalle atmosfere mystery che ricalca in maniera pigra e decisamente prevedibile tutte le prerogative del genere, con un’approssimazione nella scansione degli eventi e nell’intreccio che tende a vanificare le atmosfere in parte azzeccate e godibili. Succube di una matrice letteraria non proprio impeccabile e irreprensibile (d’ambientazione israeliana, spostata a Parigi), il film di Erick Zonca annaspa tra situazioni a tinte forti, puntualmente prive della giusta asciuttezza e misura e caratterizzazioni di grana grossa, ma a fare da mattatore assoluto è senza ombra di dubbio un volenteroso Vincent Cassel nei panni di un uomo trasandato nello stile e dai modi bruschi e controversi: un alcolizzato insofferente e insopportabile, che l’attore interpreta con una considerevole trasformazione nel look (peluria ingombrante e scomposta) e un grande sfoggio di modi spicci e riottosi, poco inclini ad andare per il sottile e con un improbabile vena da seduttore. La sua prova attoriale, efficace sebbene a larghi tratti stucchevole e malamente grottesca, è l’unica, assai parziale, nota di interesse di un progetto altrimenti del tutto approssimativo e dimenticabile in quasi tutte le sue componenti, con protagonista un bad cop in piena regola. Romain Duris interpreta l’insegnante di Dany.