Kids Return
Kizzu ritan
Durata
107
Formato
Regista
Shinji (Masanobu AndÅ) e Masaru (Ken Kaneko) sono due compagni di classe, tanto indisciplinati quanto decisi a diventare importanti. Il primo si allena duramente per intraprendere la carriera di pugile, mentre il secondo – anche a causa di un talento decisamente meno sviluppato di quello dell'amico – è determinato a diventare un boss della yakuza.
Takeshi Kitano disegna un quadro pessimista e carico di malinconia in cui l'indifferenza delle istituzioni e l'assenza della famiglia lasciano in balìa degli eventi due giovani privi di qualsiasi guida, sia essa sociale o etica. Il lavoro dell'attore/regista nipponico è però svuotato di quella poetica che solitamente contraddistingue le sue opere più toccanti (come ad esempio Sonatine del 1993 o Il silenzio sul mare del 1991), sebbene in Kids Return sia interessante la dimensione autobiografica nascosta, utile a comprendere maggiormente il percorso professionale del regista, come il desiderio di affermarsi nella vita, nel caso di Kitano come comico: professione che in effetti svolse con successo agli inizi della carriera artistica. La narrazione, frammentata e mai lineare, risente però dell'assenza dei consueti simbolismi, oltre che peccare di una ripetitività abbastanza inconcludente che non rapisce come d'abitudine. Un lavoro certamente interessante ma incompleto, nel quale l'autore non riesce ad affrancarsi da quelle gabbie stilistiche e tematiche dalle quali è spesso riuscito a sfuggire nel corso della sua densa produzione cinematografica. Primo film dopo il grave incidente motociclistico di cui Kitano fu vittima nel 1994.
Takeshi Kitano disegna un quadro pessimista e carico di malinconia in cui l'indifferenza delle istituzioni e l'assenza della famiglia lasciano in balìa degli eventi due giovani privi di qualsiasi guida, sia essa sociale o etica. Il lavoro dell'attore/regista nipponico è però svuotato di quella poetica che solitamente contraddistingue le sue opere più toccanti (come ad esempio Sonatine del 1993 o Il silenzio sul mare del 1991), sebbene in Kids Return sia interessante la dimensione autobiografica nascosta, utile a comprendere maggiormente il percorso professionale del regista, come il desiderio di affermarsi nella vita, nel caso di Kitano come comico: professione che in effetti svolse con successo agli inizi della carriera artistica. La narrazione, frammentata e mai lineare, risente però dell'assenza dei consueti simbolismi, oltre che peccare di una ripetitività abbastanza inconcludente che non rapisce come d'abitudine. Un lavoro certamente interessante ma incompleto, nel quale l'autore non riesce ad affrancarsi da quelle gabbie stilistiche e tematiche dalle quali è spesso riuscito a sfuggire nel corso della sua densa produzione cinematografica. Primo film dopo il grave incidente motociclistico di cui Kitano fu vittima nel 1994.