Gemini
SÅseiji
Durata
84
Formato
Regista
Figlio di un rinomato dottore, Yukio (Masahiro Motoki), diventato medico a sua volta, si è distinto nella sua professione durante la guerra, guadagnandosi anche diverse medaglie. Il suo matrimonio con Rin (RyÅ), giovane donna che a causa di un incidente soffre di amnesia, non viene però accettaato dei genitori: da quando la ragazza è entrata nella sua vita, in casa si respira una strana atmosfera, mentre un oscuro evento del passato, tenuto nascosto fino a quel momento, è pronto a tornare a galla.
Ispirato liberamente a un racconto di Rampo Edogawa, Gemini è il primo film in costume di Tsukamoto, nonché il secondo nel quale il regista giapponese non ricopre il ruolo di attore principale, che questa volta è affidato al bravo Masahiro Motoki, nella parte di Yukio e del suo gemello Sutekichi. Il tema del doppio fa da sfondo alle vicende narrate, ma a tenere banco sono soprattutto le riflessioni sulla natura dell'essere umano, rappresentata efficacemente dalla reciproca trasformazione dei due fratelli, la cui ambiguità sottolinea in maniera decisa quanto sia impalpabile la definizione di Bene e Male. Rispetto alla maggior parte degli altri lavori del regista giapponese, Gemini è forse il meno originale dal punto di vista narrativo ma, allo stesso tempo, è una delle sue pellicole più affascinanti, coinvolgenti e profonde dal punto di vista psicologico e psicanalitico. Tra la parentesi in bianco e nero di Bullet Ballet (1998) e il successivo A Snake of June (2002), virato in blu, Tsukamoto ha costruito con Gemini un complesso lungometraggio ricco di colori e di sfumature visive, dove le “ombre” (il passato, il buio di un pozzo, la notte) fanno da contrasto al desiderio di Sutekichi di tornare il prima possibile alla “luce”. Ottima colonna sonora del fidato Chu Ishikawa.
Ispirato liberamente a un racconto di Rampo Edogawa, Gemini è il primo film in costume di Tsukamoto, nonché il secondo nel quale il regista giapponese non ricopre il ruolo di attore principale, che questa volta è affidato al bravo Masahiro Motoki, nella parte di Yukio e del suo gemello Sutekichi. Il tema del doppio fa da sfondo alle vicende narrate, ma a tenere banco sono soprattutto le riflessioni sulla natura dell'essere umano, rappresentata efficacemente dalla reciproca trasformazione dei due fratelli, la cui ambiguità sottolinea in maniera decisa quanto sia impalpabile la definizione di Bene e Male. Rispetto alla maggior parte degli altri lavori del regista giapponese, Gemini è forse il meno originale dal punto di vista narrativo ma, allo stesso tempo, è una delle sue pellicole più affascinanti, coinvolgenti e profonde dal punto di vista psicologico e psicanalitico. Tra la parentesi in bianco e nero di Bullet Ballet (1998) e il successivo A Snake of June (2002), virato in blu, Tsukamoto ha costruito con Gemini un complesso lungometraggio ricco di colori e di sfumature visive, dove le “ombre” (il passato, il buio di un pozzo, la notte) fanno da contrasto al desiderio di Sutekichi di tornare il prima possibile alla “luce”. Ottima colonna sonora del fidato Chu Ishikawa.