Margaret (Lindsay Crouse), psicologa di fama sola e annoiata, si concentra sul lavoro. Quando un paziente le confessa i suoi debiti di gioco, decide di andare a chiedere per lui un rinvio al creditore: conosce così Mike (Joe Mantegna), baro e truffatore. Affascinata, inizia a frequentare l'uomo e la sua banda, apparentemente per ragioni di studio.

Prima opera da regista per il drammaturgo e sceneggiatore David Mamet, La casa dei giochi è un film di attori e di scrittura, e non poteva essere altrimenti. Mamet inserisce lo spettatore nella scomoda posizione di non sapere mai fino in fondo di chi fidarsi: usa la protagonista “onesta” come tramite per entrare in un mondo di azzardi e di menzogne, di realtà perfettamente costruite e prevedibili, per poi scartare violentemente nel finale spingendoci decisamente a prendere le parti dei falsari. Non tutto è sorprendente, qualche preparato colpo di scena si rivela troppo prevedibile e in anticipo sui tempi, ma il film ha un pregevole gusto per l'ambiguità, morale prima ancora che narrativa, e riesce ad aprire piccole crepe nel perbenismo e nella psicologia dei personaggi. Osella d'oro alla Mostra di Venezia per la miglior sceneggiatura. Musiche di Alaric Jans.
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