I fratelli Totò (Totò) e Pietro (Pietro De Vico), ladri e imbroglioni, dopo varie vicissitudini finiscono nella villa di uno strambo conte straniero (Mischa Auer) che coltiva e vende marijuana. Credendola maggiorana, Totò inizia a rimpinzarsi di insalate, finendo però per impazzire e scatenare una furia omicida.

La parodia del film di Aldrich, Che fine ha fatto Baby Jane? (1962), è solo lo spunto iniziale, o per meglio dire, finale, dove le sequenze originali sono rilette quasi pedissequamente, pur adattate al contesto comico. Eppure siamo comunque di fronte a un Totò diverso, a una parziale deviazione dalla sua tendenza solita. Il regista Ottavio Alessi sebbene abbia costruito una pellicola esile e come al solito sulle spalle del primo attore, ha tuttavia – più o meno consapevolmente – offerto un ritratto inedito di una delle maschere più note della cinematografia italiana. Mai si era visto sullo schermo un Totò così feroce, così vicino al thriller e alla cattiveria pura. E il fascino sta nel modo in cui l'attore ha fuso queste nuove influenze con la sua arte comica, arrivando a un'interpretazione che ammazza dalle risate lo spettatore, mentre sullo schermo si compiono omicidi su omicidi dalle dinamiche sempre più assurde.
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