Storie di quotidiana miseria e corruzione in un condominio di borgata a Roma. Tra le varie vicende spiccano quella di un ex culturista cocainomane (Vinicio Marchioni) e di uno spacciatore di droga (Maurizio Tesei).

Dal romanzo omonimo di Walter Siti, un film che cerca a tutti i costi di raccontare l’attualità, in maniera sporca e credibile, ma finisce presto per cozzare contro una messinscena forzata, inutilmente enfatica, contraddistinta da ralenti e scelte stilistiche sopra le righe di vario genere. Il coinvolgimento è scarso è la galleria multiforme di personaggi della borgata non basta per donare un interesse a un progetto dallo scarso appeal, poco avvincente nella sceneggiatura e grossolano nell’estetica. Il cast fa quello che può, ma non sembra diretto adeguatamente bene da due registi che si confermano acerbi e quasi mai in grado di gestire il ritmo adeguatamente. È un film che si dimentica in fretta, un’operazione di cui si poteva tranquillamente fare a meno. Presentato alla Mostra di Venezia.
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