Il corridore

Davandeh

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Durata

94

Formato

Regista

Il piccolo Amiro (Majid Niroumand) vive da solo a bordo del relitto di una nave, cercando di sbarcare il lunario con piccoli lavoretti occasionali. Il suo sogno è volare, coltivato attraverso le pagine patinate di riviste sull'aviazione.

Tra le opere del cosiddetto neorealismo iraniano, corpus di titoli tra loro diversificati per forma e contenuti, quelle di Amir Naderi costituiscono un capitolo di primaria importanza. Tra queste Il corridore è forse quella che ne rappresenta meglio l'essenza profonda. Girato nella città portuale di Abadan, a sud dell'Iran, luogo di nascita di Naderi, si ispira al vissuto autobiografico del regista e alla sua difficile infanzia. Il giovanissimo protagonista del film, oltre che proiezione del giovane Naderi, è l'emblema degli eroi che popolano molto del suo cinema, infinitamente piccoli eppure in continua lotta con sé stessi e con l'ostilità del mondo. Senza indulgere nel pietismo, e anzi imprimendo nella sua pellicola un rabbioso impeto vitale, Naderi raccoglie tutta la prorompente energia del piccolo protagonista e la trasfigura in immagini di grande potenza visiva grazie a un uso sapiente del mezzo cinematografico. Molti gli echi dei film con cui il Naderi cinefilo si è formato al gusto occidentale, da Ladri di biciclette (1948) a Sciuscià (1946) di De Sica, passando per le pellicole di Charlie Chaplin. Majid Niroumand tornerà a recitare per Naderi in Acqua, vento, sabbia (1989).
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