Prima guerra mondiale. Mentre suo marito è al fronte, Marthe (Micheline Presle) ha un'intensa relazione con il giovane studente François (Gérard Philipe). Ma la loro storia d'amore, così come la vita di lei, è destinata a finire tragicamente.

Si apre con la fine Il diavolo in corpo, film che come pochi altri negli anni Quaranta è riuscito a sfruttare a dovere la tecnica del flashback. Ma è l'intera struttura drammaturgica, ricca di incastri temporali e colpi di scena, a risultare audace e in grado di appassionare ancor di più alla, già emozionante, vicenda di partenza. Elegante e scorrevole, è un film dotato di ottimo ritmo, girato con cura da Claude Autant-Lara che raramente, nel corso della sua carriera, è riuscito a firmare un prodotto tanto profondo e significativo. Tratto dal noto romanzo omonimo di Raymond Radiguet, adattato per il grande schermo da Jean Aurenche e Pierre Bost, il film (così come il libro) scandalizzò l'opinione pubblica per il suo messaggio antimilitarista ed ebbe più di un problema con la censura. Tra i film successivi che s'ispirarono all'opera di Radiguet c'è anche Diavolo in corpo di Marco Bellocchio, datato 1986.
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