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Crocevia per l'inferno
Normal Life
Durata
101
Formato
Regista
Il poliziotto Chris (Luke Perry) incontra Pam (Ashley Judd). I due si innamorano e si sposano, ma la donna ha grossi problemi con alcool e droghe. Chris finisce col perdere il lavoro e, per mantenere la compagna, si mette a rapinare banche: la situazione precipiterà irreversibilmente.
Thriller diretto da John McNaughton, scatenato dal mito, più condiviso che esclusivamente americano, della “vita normale”, della casa e della famiglia, con annesso scardinamento dei valori borghesi (o aspiranti tali). Crocevia per l'inferno, titolo italiano rivedibile e inutilmente pulp, è un'altra dimostrazione di come il regista si trovi a suo agio con le maglie del genere, che esaltano il lavoro di messa in scena e la cura del ritmo. Niente di nuovo nella vicenda in cui riecheggiano titoli straordinari della New Hollywood, ma il film funziona come un meccanismo a orologeria, rivelandosi coinvolgente e disturbante quanto basta. Peccato per alcune lungaggini strutturali, soprattutto nella parte centrale. Splendida interpretazione di Ashley Judd, “bambina viziata” degna erede della Faye Dunaway di Gangster Story (Arthur Penn, 1967) o della Sissy Spacek di La rabbia giovane (Terrence Malick, 1973); l'allora divo adolescenziale Luke Perry si dimostra all'altezza di un ruolo impegnativo, purtroppo senza mantenere le promesse. Scritto da Peg Haller e Bob Schneider.
Thriller diretto da John McNaughton, scatenato dal mito, più condiviso che esclusivamente americano, della “vita normale”, della casa e della famiglia, con annesso scardinamento dei valori borghesi (o aspiranti tali). Crocevia per l'inferno, titolo italiano rivedibile e inutilmente pulp, è un'altra dimostrazione di come il regista si trovi a suo agio con le maglie del genere, che esaltano il lavoro di messa in scena e la cura del ritmo. Niente di nuovo nella vicenda in cui riecheggiano titoli straordinari della New Hollywood, ma il film funziona come un meccanismo a orologeria, rivelandosi coinvolgente e disturbante quanto basta. Peccato per alcune lungaggini strutturali, soprattutto nella parte centrale. Splendida interpretazione di Ashley Judd, “bambina viziata” degna erede della Faye Dunaway di Gangster Story (Arthur Penn, 1967) o della Sissy Spacek di La rabbia giovane (Terrence Malick, 1973); l'allora divo adolescenziale Luke Perry si dimostra all'altezza di un ruolo impegnativo, purtroppo senza mantenere le promesse. Scritto da Peg Haller e Bob Schneider.
