High School
High School
Durata
75
Formato
Regista
Il Northeast High School di Philadelphia è un grande liceo americano che si avvale di una complessa ma efficiente organizzazione. Giorno dopo giorno, insegnanti e alunni hanno modo di confrontarsi non solo su argomenti prettamente scolastici, ma anche sul mondo che li circonda.
Il cinema di Wiseman è perfettamente calato nel suo tempo. I suoi documentari sono dei veri e propri spaccati di realtà che, come accade osservando delle fotografie, se visionati dopo diversi anni rischiano di trasmettere malinconia e sorpresa causata dal confronto tra l'oggi e il passato. High School non è da meno: con la scusa di addentrarsi in profondità nel micromondo scolastico di Philadelphia, il regista non solo ci restituisce un documento fedelissimo e neutrale della struttura scolastica statunitense degli anni Sessanta, ma riesce a riflettere su come la cultura e il sapere venissero trasmessi allora e quali conseguenze tale metodo avrebbe poi avuto sulla società odierna. Il liceo preso in esame dal regista, infatti, pare essere più una caserma militare, governata da regole ferree e da temuti professori: la disciplina è considerata il primo e più importante requisito che una scuola deve insegnare ai suoi studenti, poiché più una società è disciplinata e più l'individuo si sentirà a suo agio (proprio per questo motivo anche a scuola si tende all'omologazione, imponendo agli alunni di vestire tutti in modo identico). Come di consuetudine, il regista non esprime mai la sua opinione né tanto meno si mette in mostra, ricoprendo semplicemente il ruolo di tramite tra la realtà e il pubblico. Wiseman, qui al suo terzo lungometraggio, realizza una pellicola solida e ipnotica, spia di un talento fuori dal comune che in futuro si sarebbe consolidato.
Il cinema di Wiseman è perfettamente calato nel suo tempo. I suoi documentari sono dei veri e propri spaccati di realtà che, come accade osservando delle fotografie, se visionati dopo diversi anni rischiano di trasmettere malinconia e sorpresa causata dal confronto tra l'oggi e il passato. High School non è da meno: con la scusa di addentrarsi in profondità nel micromondo scolastico di Philadelphia, il regista non solo ci restituisce un documento fedelissimo e neutrale della struttura scolastica statunitense degli anni Sessanta, ma riesce a riflettere su come la cultura e il sapere venissero trasmessi allora e quali conseguenze tale metodo avrebbe poi avuto sulla società odierna. Il liceo preso in esame dal regista, infatti, pare essere più una caserma militare, governata da regole ferree e da temuti professori: la disciplina è considerata il primo e più importante requisito che una scuola deve insegnare ai suoi studenti, poiché più una società è disciplinata e più l'individuo si sentirà a suo agio (proprio per questo motivo anche a scuola si tende all'omologazione, imponendo agli alunni di vestire tutti in modo identico). Come di consuetudine, il regista non esprime mai la sua opinione né tanto meno si mette in mostra, ricoprendo semplicemente il ruolo di tramite tra la realtà e il pubblico. Wiseman, qui al suo terzo lungometraggio, realizza una pellicola solida e ipnotica, spia di un talento fuori dal comune che in futuro si sarebbe consolidato.