Death Note
Desu nÅto
Durata
126
Formato
Regista
Light Yagami (Tatsuya Fujiwara) è un giovane studente giapponese che, come tanti coetanei, sogna un mondo in cui trionfi la giustizia. Quando entra per caso in contatto con un misterioso quaderno chiamato “death note”, scopre che basta scriverci il nome di una persona per provocarne la morte immediata. Il suo progetto di fare pulizia dei criminali giapponesi sembra ora possibile, ma Light non ha fatto i conti con la polizia e soprattutto con il brillante detective L (Ken'ichi Matsuyama).
Uscito nelle sale a un mese di distanza dalla chiusura dell'omonimo manga e in contemporanea alla trasmissione della serie anime, è la prima parte dell'adattamento live action di uno dei più grandi successi giapponesi degli anni zero. Quando si parte da un materiale tanto fresco e ingombrante, il rischio di scontentare il pubblico di riferimento è alto, tanto più se di giovane età e appartenente al vasto mondo otaku. Ben lo sanno i produttori del film che ne affidano la direzione al solido mestierante Shusuke Kaneko – già autore di alcuni kaiju eiga – che qui imposta una regia piuttosto convenzionale, atta a seguire fedelmente il testo originale e che si preclude qualsiasi autonomia creativa. I maggiori sforzi sono compiuti sulla scelta del casting e sullo snellimento di un intreccio ingarbugliato e non particolarmente “spettacolare”. Il risultato è corretto e dignitoso ma anche piuttosto monocorde. Seguito da Death Note: The Last Name.
Uscito nelle sale a un mese di distanza dalla chiusura dell'omonimo manga e in contemporanea alla trasmissione della serie anime, è la prima parte dell'adattamento live action di uno dei più grandi successi giapponesi degli anni zero. Quando si parte da un materiale tanto fresco e ingombrante, il rischio di scontentare il pubblico di riferimento è alto, tanto più se di giovane età e appartenente al vasto mondo otaku. Ben lo sanno i produttori del film che ne affidano la direzione al solido mestierante Shusuke Kaneko – già autore di alcuni kaiju eiga – che qui imposta una regia piuttosto convenzionale, atta a seguire fedelmente il testo originale e che si preclude qualsiasi autonomia creativa. I maggiori sforzi sono compiuti sulla scelta del casting e sullo snellimento di un intreccio ingarbugliato e non particolarmente “spettacolare”. Il risultato è corretto e dignitoso ma anche piuttosto monocorde. Seguito da Death Note: The Last Name.