The Descent
The Descent
Durata
99
Formato
Regista
Traumatizzata dalla morte di marito e figlioletta in un tragico incidente d'auto, Sara (Shauna MacDonald) si prepara per un'avventura estrema insieme ad alcune vecchie amiche. Tra di loro, la temeraria Juno (Natalie Mendoza), che ha organizzato un'escursione nelle viscere dei monti Appalachi: una volta entrate, le ragazze non sapranno più come uscire e si troveranno a dover fronteggiare orribili e viscide creature.
Tra gli horror contemporanei (giustamente) più apprezzati, The Descent è un viaggio oscuro nei meandri della mente umana, simboleggiati dalla struttura labirintica e claustrofobica delle grotte in cui si trovano le protagoniste. Il buio, il sottosuolo, i mostri: Neil Marshall punta sulle nostre paure più ancestrali per costruire una pellicola angosciosa e terrorizzante, in cui l'entità da fronteggiare è l'Oscurità e il Male che ne deriva. All'inferno, sottoterra, siamo tutti carnefici, e l'unica spinta vitale è la speranza di sopravvivere, costi quel che costi. Svetta la fotografia di Sam McCurdy in un lungometraggio che riesce anche a regalare un finale efficace, non scontato e realmente raggelante. Dopo il pessimo esordio con Dog Soldiers (2002), alla sua opera seconda l'inglese Marshall ha realizzato un piccolo miracolo.
Tra gli horror contemporanei (giustamente) più apprezzati, The Descent è un viaggio oscuro nei meandri della mente umana, simboleggiati dalla struttura labirintica e claustrofobica delle grotte in cui si trovano le protagoniste. Il buio, il sottosuolo, i mostri: Neil Marshall punta sulle nostre paure più ancestrali per costruire una pellicola angosciosa e terrorizzante, in cui l'entità da fronteggiare è l'Oscurità e il Male che ne deriva. All'inferno, sottoterra, siamo tutti carnefici, e l'unica spinta vitale è la speranza di sopravvivere, costi quel che costi. Svetta la fotografia di Sam McCurdy in un lungometraggio che riesce anche a regalare un finale efficace, non scontato e realmente raggelante. Dopo il pessimo esordio con Dog Soldiers (2002), alla sua opera seconda l'inglese Marshall ha realizzato un piccolo miracolo.