
Una donna si ribella
A Woman Rebels
Durata
88
Formato
Regista
Alla fine dell'Ottocento, Pamela (Katherine Hepburn) viene abbandonata incinta da un uomo che non può sposarla. Si trova dunque a crescere la figlia (Elizabeth Allan) da sola, spacciandola per una nipote. Inoltre, riesce a trovare lavoro presso una rivista e diventa una scrittrice molto accreditata anche per via delle sue idee femministe. Un giorno, però, il passato tornerà a fare i conti con lei.
Abbandonate le tinte più leggere e divertenti del genere musicale (suoi i musical Cerco il mio amore del 1934 e il celeberrimo Cappello a cilindro del 1935), Mark Sandrich prova a dirigere una pellicola profondamente drammatica che cerca di dar voce a vicende e sentimenti sino ad allora raramente rappresentati sul grande schermo. Una donna si ribella infatti è un film spinto da un esplicito e sincero attivismo politico: il personaggio della Hepburn è una donna emancipata che lotta contro le regole ferree di una società conservatrice dando voce a chi troppe volte è rimasto inascoltato. Le intenzioni sono sane e sincere, ma il film convince solo a metà, cadendo ben presto nelle insidie di una drammaturgia decisamente melodrammatica e retorica che poco si addice alle vicende narrate. Gli scherzi del destino architettati per ostacolare la missione di Pamela sono tanto spietati quanto incredibili e l'attenzione della regia, troppo monocorde, sembra concentrarsi più sul decoro della messa in scena che sulle emozioni dei suoi personaggi. La pellicola è priva di gravi mancanze o errori evidenti e compromettenti, però risulta anche vuota del giusto mordente e l'insieme non riesce a spiazzare come dovrebbe.
Abbandonate le tinte più leggere e divertenti del genere musicale (suoi i musical Cerco il mio amore del 1934 e il celeberrimo Cappello a cilindro del 1935), Mark Sandrich prova a dirigere una pellicola profondamente drammatica che cerca di dar voce a vicende e sentimenti sino ad allora raramente rappresentati sul grande schermo. Una donna si ribella infatti è un film spinto da un esplicito e sincero attivismo politico: il personaggio della Hepburn è una donna emancipata che lotta contro le regole ferree di una società conservatrice dando voce a chi troppe volte è rimasto inascoltato. Le intenzioni sono sane e sincere, ma il film convince solo a metà, cadendo ben presto nelle insidie di una drammaturgia decisamente melodrammatica e retorica che poco si addice alle vicende narrate. Gli scherzi del destino architettati per ostacolare la missione di Pamela sono tanto spietati quanto incredibili e l'attenzione della regia, troppo monocorde, sembra concentrarsi più sul decoro della messa in scena che sulle emozioni dei suoi personaggi. La pellicola è priva di gravi mancanze o errori evidenti e compromettenti, però risulta anche vuota del giusto mordente e l'insieme non riesce a spiazzare come dovrebbe.