Islanda, vacanze di Natale. 56 scene indipendenti per raccontare i modi diversi in cui si affronta questo periodo dell’anno.

Opera collettiva e indubbiamente curiosa nella struttura, Echo è una panoramica sull’Islanda contemporanea, incentrata sulle reazioni di diverse persone all’arrivo del Natale. Sono tutte scene slegate tra di loro (fatta eccezione per il tempo e lo spazio) che mostrano un’umanità spesso sofferente per la solitudine, ma anche forte di alcuni slanci positivi verso il futuro (si veda la nascita verso la fine del film). Le singole scene non hanno grande forza, fatta eccezione per un paio, e l’attenzione rischia di venire meno, seppur complessivamente ci siano vari spunti di riflessione, inerenti al bisogno di attenzioni che tutti hanno (non solo a Natale) e allo scorrere del tempo attorno a un evento che, in fin dei conti, altro non è che un giorno dell’anno. Il disegno d’insieme, così, vale più delle sue parti, anche perché formalmente l’estetica è fin troppo semplice, ma resta apprezzabile l’operazione generale, anche e soprattutto per la sua particolarità. Presentato in concorso al Festival di Locarno 2019.

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dal 14 agosto

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