Una figlia in carriera

Matt Hobbs (Nick Nolte), attore fallito e abbandonato dalla moglie, ritrova una certa propensione alla vita quando la figlioletta di sei anni (Whittni Wright) diventa la star di una serie televisiva, riuscendo laddove il padre, pur con un certo talento, aveva sempre fallito: sfondare a Hollywood.

Commedia dei buoni (e scontati) sentimenti diretta da James L. Brooks, il quale timbra il cartellino nel filone cinematografico che comprende i problemi dei genitori single alle prese con i figli più piccoli. Peccato però che manchi quella componente smaccatamente ironica e satirica che lo avrebbe reso quantomeno un prodotto accettabile, visto anche che la produzione aveva in mente in un primo momento di farne un musical (ma Nick Nolte si rivelò completamente inadeguato alla parte). Appesantito da una sceneggiatura (firmata dallo stesso regista) infarcita di continui dialoghi, in cui le battute più divertenti sono tutte per Julie Kavner (nel ruolo di Nan Mulhanney), il film non trova mai il suo equilibrio, finendo per esasperare e mancare il bersaglio. Fastidioso e superfluo. Musiche di Hans Zimmer, fotografia di Maichael Ballhaus.