Il piano di Harry Dean (Michael Caine) e del suo complice Emile Fournier (John Abbott) è molto semplice: vogliono appropriarsi di una statua cinese di ceramica, che si trova nell'appartamento del miliardario Ahmad Shahbandar (Herbert Lom) e per farlo assoldano la giovane Nicole Chang (Shiley MacLaine), incredibilmente somigliante a sua moglie.

Un soggetto dalle notevolissime potenzialità, ma che purtroppo resta (in buona parte) incompiuto. Questo, in sintesi, Gambit – Grande furto al Semiramis, che, dopo un incipit promettente, si perde nella parte centrale, salvo poi risollevarsi quando è ormai troppo tardi. Michael Caine, nel ruolo dell'affascinante ed esperto ladro protagonista della vicenda, offre una prova di buon livello, affiancato da un'altrettanto apprezzabile Shirley MacLaine: sono loro le vere note liete di una pellicola che poggia su una sceneggiatura imperfetta e ridondante. Senza dubbio si tratta di un prodotto curato, anche per quanto riguarda scenografia e costumi, ma lo spessore è scarso e il ritmo funziona a fasi alterne. Con un remake del 2012 con protagonisti Colin Firth e Alan Rickman.
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