Un attore (Nicola Nocella) per interpretare il noto regista romano specializzato nell'horror Lucio Fulci, decide di indagare sulla sua vita intervistando vecchi collaboratori, le sue figlie, critici e giornalisti così da immedesimarsi al meglio.
Scafidi si cimenta in un interessante documentario che ritrae Lucio Fulci in modo affettuoso ma anche scientifico; ciò che ne esce è un ritratto di un uomo dall'anima tormentata ma con tanta inventiva e forza d'animo, un personaggio particolare che nel bene o nel male amava il cinema, le donne e la sua famiglia. Diversi sono gli ospiti intervistati, dal regista Michele Soavi a Enrico Vanzina, dall'attore Paolo Malco a Davide Pulici della rivista Nocturno, fino alle due figlie del regista che ricordano il padre con commozione ed empatia. Scafidi raccoglie tutte queste testimonianze e le monta alternandole ai monologhi e alle riflessioni dell'attore Nicola Nocella, creando un docu-film interessante, non scontato che non scade nella spicciola idolatria (sono evidenziati anche gli sbalzi d'umore e la bruschezza del terrorista dei generi), ma che a volte gira a vuoto su se stesso con dialoghi a volte forzati. Rimane comunque ottima la ricostruzione della vita di Fulci fino al toccante finale e alla dedica a Camilla Fulci, scomparsa poco dopo le riprese.
Scafidi si cimenta in un interessante documentario che ritrae Lucio Fulci in modo affettuoso ma anche scientifico; ciò che ne esce è un ritratto di un uomo dall'anima tormentata ma con tanta inventiva e forza d'animo, un personaggio particolare che nel bene o nel male amava il cinema, le donne e la sua famiglia. Diversi sono gli ospiti intervistati, dal regista Michele Soavi a Enrico Vanzina, dall'attore Paolo Malco a Davide Pulici della rivista Nocturno, fino alle due figlie del regista che ricordano il padre con commozione ed empatia. Scafidi raccoglie tutte queste testimonianze e le monta alternandole ai monologhi e alle riflessioni dell'attore Nicola Nocella, creando un docu-film interessante, non scontato che non scade nella spicciola idolatria (sono evidenziati anche gli sbalzi d'umore e la bruschezza del terrorista dei generi), ma che a volte gira a vuoto su se stesso con dialoghi a volte forzati. Rimane comunque ottima la ricostruzione della vita di Fulci fino al toccante finale e alla dedica a Camilla Fulci, scomparsa poco dopo le riprese.