Ballando ballando
Le bal
Premi Principali
Orso d’argento per la miglior regia al Festival di Berlino 1984
Durata
112
Formato
Regista
Da decenni, in una balera parigina, uomini e donne si scatenano al ritmo delle più sfrenate melodie. Si susseguono le epoche e cambiano gli stili, ma la passione sarà sempre la stessa: il ballo.
Ballando ballando è un viaggio senza dialoghi, nuova declinazione del cinema di Scola, capace di rappresentare solo attraverso la danza e la musica lo scorrere del tempo. Lo spettatore non esce mai dalla sala, ma nonostante ciò coglie perfettamente il mutamento in atto (diviso in cinque periodi ben identificabili: 1936, 1940, 1945, 1956 e 1958). Il regista campano riesce a non perdersi in un racconto rapsodico dal ritmo altalenante, seppur alcuni momenti siano in parte ridondanti. La colonna sonora, composta da capolavori opposti come Parlami d'amore Mariù (cantata da Vittorio De Sica nel film Gli uomini che mascalzoni del 1934) e Michelle dei Beatles, è l'emblema di una finissima operazione, creativamente brillante e probabilmente troppo ambiziosa. Il film ha ottenuto una Nomination come miglior film straniero nel 1984, e la miglior regia al Festival di Berlino dello stesso anno.
Ballando ballando è un viaggio senza dialoghi, nuova declinazione del cinema di Scola, capace di rappresentare solo attraverso la danza e la musica lo scorrere del tempo. Lo spettatore non esce mai dalla sala, ma nonostante ciò coglie perfettamente il mutamento in atto (diviso in cinque periodi ben identificabili: 1936, 1940, 1945, 1956 e 1958). Il regista campano riesce a non perdersi in un racconto rapsodico dal ritmo altalenante, seppur alcuni momenti siano in parte ridondanti. La colonna sonora, composta da capolavori opposti come Parlami d'amore Mariù (cantata da Vittorio De Sica nel film Gli uomini che mascalzoni del 1934) e Michelle dei Beatles, è l'emblema di una finissima operazione, creativamente brillante e probabilmente troppo ambiziosa. Il film ha ottenuto una Nomination come miglior film straniero nel 1984, e la miglior regia al Festival di Berlino dello stesso anno.