Il gelo si scioglie

Un inverno molto rigido si abbatte su una regione del Volga. I villici locali vengono sottoposti a un duro regime di privazioni dai kulaki, aprendo la strada a recriminazioni presso l'autorità sovietica, che ha non ha ancora imposto il proprio magistero sulla regione.

Boris Barnet realizza un'opera originale e ispirata, assai vigile rispetto alle storture e alle idiosincrasie del regime sovietico e pronta a denunciarle con rigore sferzante, pur muovendosi a ridosso di una patina ironica che tende a demistificare tutta l'operazione o perlomeno a camuffarla sotto altre vesti. Un procedimento stilistico che produce alcuni passaggi poco ispirati, che sa però affidarsi egregiamente anche a un registro crudo e impietoso, incasellando benissimo tali inserti nel cuore della narrazione. Il risultato è un'opera curiosa e da segnalare rispetto al percorso artistico di Boris Barnet, dalla breve durata e dalla notevole tensione visiva, con incursioni puramente espressioniste e una linearità impressionante, di grande impatto sul piano della presa di posizione squisitamente politica. Conosciuto anche col titolo alternativo Rompighiaccio.