Gloria (Paulina García) ha 58 anni, è divorziata e ha due figli ormai adulti e indipendenti. Per combattere la solitudine, passa le sue giornate destreggiandosi in attività di vario genere: di sera, ad esempio, frequenta feste e locali per single della sua età. Una sera incontra Rodolfo (Sergio Hernández), uomo da poco divorziato con il quale potrebbe iniziare una nuova vita.

Intenso ritratto di una donna (sola) come tante, costretta a cercare quotidianamente di dare un nuovo senso alla propria esistenza e di tornare a sentirsi viva come un tempo. Ed è proprio nella caratterizzazione del personaggio principale che la pellicola ha i suoi pregi migliori: con Gloria è facile immedesimarsi, è una figura credibile e scritta con spessore, magnificamente interpretata dalla poco conosciuta Paulina García che, per questo ruolo, ha meritatamente vinto l'Orso d'argento come miglior attrice al Festival di Berlino. Il resto del cast non riesce a tenerle testa. Discreto è anche il lavoro del regista Sebastián Lelio, che gioca un po' di maniera con una certa furbizia, ma riesce ugualmente a tenere le redini del suo lavoro e a toccare corde profonde. In colonna sonora, l'omonima canzone Gloria di Umberto Tozzi.
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