La grande strada azzurra

Squarciò (Yves Montand), pescatore di frodo ambizioso ed egocentrico, insoddisfatto della poco redditizia pesca praticata nell'isola sarda in cui vive, decide di fare uso di bombe per prendere il pesce. Dopo aver acquistato una barca sequestrata, l'uomo si attira le antipatie della comunità e porta inevitabilmente all'isolamento la moglie Rosetta (Alida Valli) e i figli, ma continua con le sue pericolose pratiche di pesca, finché non si trova coinvolto in un incidente.

Esordio alla regia per Gillo Pontecorvo, ispirandosi al romanzo Squarciò di Franco Solinas che cura la sceneggiatura del film in collaborazione con il regista e con Ennio De Concini. Pontecorvo cerca di far coesistere realismo e melodramma, impegno sociale e tratteggio umanista, ma il risultato è altalenante, oltre che poco coeso. Il rigore della messa in scena e una intelligente attenzione ai dettagli e all'uso funzionale dei paesaggi in chiave espressiva sono i punti a favore di un'opera contraddittoria, suggestiva per certi versi ma sostanzialmente povera di vigore e alla lunga poco interessante. Alida Valli e Yves Montand, impegnati in due ruoli decisamente atipici, si limitano al compitino recitativo, senza sbavature ma anche senza particolari guizzi. Mario Girotti, futuro Terrence Hill, compare in una piccola parte.