Il principio dell'incertezza
O Princípio da Incerteza
Durata
133
Formato
Regista
José (Ricardo Trêpa), figlio di Celsa (Isabel Ruth) governante della famiglia di Antonio (Ivo Canelas), con cui è cresciuto insieme, è innamorato dell'umile Camila (Leonor Baldaque), la quale però sceglie di sposare l'amico per un profitto economico. Antonio la tradirà con Vanessa (Leonor Silveira), socia in loschi affari di José.
Tratto dal primo libro della trilogia omonima di Agustina Bessa-Luís, Il principio dell'incertezza scorre sul corso del fiume Douro e i suoi ponti, nei panorami inafferrabili del finestrino di un treno in corsa, unici movimenti di un cinema votato all'immobilità. I due personaggi più interessanti, i fratelli Daniel (Luís Miguel Cintra) e Torcato (José Manuel Mendes) narratori e intermediari, interpretano le trame oblique e incerte della ricerca ossessiva della verità (utopica, infatti non a caso sono discendenti di Tommaso Moro, coniatore del termine), ma spariscono troppo presto, lasciando da soli spettatori e protagonisti. Punzecchiato dal commento musicale di Niccolò Paganini, il film procede secondo i canoni consolidati dell'autore portoghese, tra forzata ricerca espressiva all'insegna della rarefazione e inserti ironici di dubbia efficacia. Verboso e prolisso, con i personaggi che continuano a interrogarsi in un'atmosfera che trascende la realtà. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
Tratto dal primo libro della trilogia omonima di Agustina Bessa-Luís, Il principio dell'incertezza scorre sul corso del fiume Douro e i suoi ponti, nei panorami inafferrabili del finestrino di un treno in corsa, unici movimenti di un cinema votato all'immobilità. I due personaggi più interessanti, i fratelli Daniel (Luís Miguel Cintra) e Torcato (José Manuel Mendes) narratori e intermediari, interpretano le trame oblique e incerte della ricerca ossessiva della verità (utopica, infatti non a caso sono discendenti di Tommaso Moro, coniatore del termine), ma spariscono troppo presto, lasciando da soli spettatori e protagonisti. Punzecchiato dal commento musicale di Niccolò Paganini, il film procede secondo i canoni consolidati dell'autore portoghese, tra forzata ricerca espressiva all'insegna della rarefazione e inserti ironici di dubbia efficacia. Verboso e prolisso, con i personaggi che continuano a interrogarsi in un'atmosfera che trascende la realtà. Presentato in concorso al Festival di Cannes.