House of Gucci
House of Gucci
Durata
157
Formato
Regista
Patrizia Reggiani (Lady Gaga), una ragazza di umili origini, entra a far parte della famiglia Gucci e la sua sfrenata ambizione inizierà ad incrinare i rapporti familiari, innescando una spirale incontrollata di tradimenti, decadenza, vendetta.
Ispirato alla storia della dinastia Gucci, tra le più celebri nel mondo della moda, il film di Ridley Scott non è interessato a seguire fedelmente la cronaca, anzi: Patrizia Reggiani e Maurizio Gucci si sono sposati nel 1972, nel film si conoscono nel 1978. Messa da parte ogni velleità storica, la pellicola vuole raccontare il tema dei soldi e del potere, attraverso il punto di vista alternato di due coniugi non come tutti gli altri. Tra momenti scult (la sequenza di sesso) e interpretazioni attoriali poco convincenti, House of Gucci gioca tutte le sue carte su una superficialità tanto imbarazzante, quanto coerente comunque con la storia che va a raccontare. Ridley Scott utilizza infatti un linguaggio da soap opera, per raccontare quella che a tutti gli effetti è una storia à la Beautiful, con dinamiche familiari e giochi di potere che ricordano davvero i più infimi prodotti televisivi. C’è però consapevolezza di questo e il mondo che Scott va a raccontare è proprio incentrato su riferimenti a quel mondo. Ugualmente troppo piatto nella parte centrale, il film coinvolge meno del dovuto, nonostante la coerenza di cui sopra, e risulta quasi surreale il modo in cui i personaggi parlano in inglese con evidente accento italiano. Tratto dall’omonimo romanzo di Sara Gay Forden, il film gioca (anche qui volutamente?) su una struttura narrativa già vista e scontata, aprendo con il momento che anticipa l’omicidio di Maurizio Gucci, che rivedremo poi integralmente con l’approssimarsi della conclusione. Credibile Lady Gaga, che torna a recitare tre anni dopo A Star Is Born ed è, tra i membri del cast, quella che si impegna maggiormente.