Linda (Anne Hathaway) e Paxton (Chiwetel Ejiofor) sono in crisi da tempo. Proprio nel momento in cui i due decidono di separarsi, devono continuare a vivere sotto lo stesso tetto a causa del lockdown obbligatorio del COVID-19. La convivenza non sarà affatto facile per la coppia: i due si ritroveranno intrappolati e in una continua lotta, e se da una parte cercheranno di far chiarezza sulla propria situazione sentimentale, dall'altra dovranno affrontare importanti problemi legati alla propria vita professionale.

Scritto da Steven Knight, autore tra gli altri della serie tv Peaky Blinders e sceneggiatore de La promessa dell’assassino (2007), Locked Down racconta di una crisi di coppia congelata dalla pandemia di Coronavirus ed è stato girato, in soli 18 giorni, in una Londra pressoché deserta all’inizio del primo lockdown del 2020. Il riferimento al trauma della reclusione forzata è esplicito fin dal titolo, ma quello diretto da Doug Liman, già regista di The Bourne Identity (2002), di un serrato confronto di coppia in Mr. and Mrs. Smith (2005) e divenuto col tempo shooter di fiducia di Tom Cruise, è un film che tenta di indagare soprattutto i contraccolpi psicologici e le piccole e grandi nevrosi che l’isolamento forzato nelle proprie abitazioni ha provveduto ad amplificare. Gli spunti sul piano narrativo non sono certo abbondanti e il rischio di rimanere impantanati nella stessa staticità che si vorrebbe raccontare si sente tutto: il copione di Knight non è infatti tra i più felici della sua produzione, il cui respiro negli anni si è comunque ridimensionato. Si registra una certa scaltrezza nel toccare tutti i momenti-simbolo del contesto pandemico, ma anche una certa dose di prolissità nel tentare di instaurare un’evoluzione romantica e dialettica nei suoi protagonisti a suon di confronti serrati, ricordi parigini e piatti sbattuti in pigiama per strada. La virata finale nell’heist movie, se da un lato potrebbe affascinare in quanto movimento liberatorio dei personaggi per uscire da loro stessi e abbracciare ebbrezze e utopia di una ritrovata vicinanza, dall’altro rischia seriamente di traghettare l’operazione verso territori fin troppo implausibili e accidentati. Buona prova di Anne Hathaway (si veda ad esempio la scena, a ogni modo sintomatica dei tempi, del licenziamento via Zoom), mentre Chiwetel Ejiofor si limita a giocare di rimessa. Uscito, direttamente in digitale, nell’aprile 2021.
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