
Un marito per mia madre
Miquette et sa mère
Durata
96
Formato
Regista
Un marchese (Saturnin Fabre) vede di cattivo occhio la relazione tra suo nipote Urbain (Andrè Bourvil) e la giovane Miquette (Danièle Delorme), ragazza di umili origini. Per evitare il matrimonio tra i due, il marchese convince Miquette e sua madre (Mireille Perrey) a trasferirsi a Parigi, unirsi a una compagnia di attori e dimenticare il passato. Ma nulla andrà come previsto e il lieto fine è dietro l'angolo.
Adattamento della pièce teatrale Miquette di Robert de Flers e Gaston Armand de Caillavet, una insolita incursione per il regista Henri-Georges Clouzot (che firma la sceneggiatura con la collaborazione di Jean Ferry) nel genere della commedia. Il registro sofisticato non appare esattamente nelle corde dell'autore francese che comunque riesce a confezionare un prodotto gradevole seppur non indimenticabile. La grazia e la leggerezza che dovrebbero caratterizzare un prodotto di questo tipo troppo spesso sembrano forzate e non gestite nel migliore dei modi, tanto più che la regia si presenta come pura e semplice illustrazione e una scarsa impronta personale. Discreta prova di un cast divertito, capace di strappare anche qualche sorriso qua e là, benchè alla lunga il gioco degli equivoci mostri la corda e diventi prevedibile. Il soggetto era già stato adattato per il grande schermo in due circostanze: da Henri Diamant-Berger (Miquette et sa mère del 1932) e da Jean Boyer (Miquette del 1940).
Adattamento della pièce teatrale Miquette di Robert de Flers e Gaston Armand de Caillavet, una insolita incursione per il regista Henri-Georges Clouzot (che firma la sceneggiatura con la collaborazione di Jean Ferry) nel genere della commedia. Il registro sofisticato non appare esattamente nelle corde dell'autore francese che comunque riesce a confezionare un prodotto gradevole seppur non indimenticabile. La grazia e la leggerezza che dovrebbero caratterizzare un prodotto di questo tipo troppo spesso sembrano forzate e non gestite nel migliore dei modi, tanto più che la regia si presenta come pura e semplice illustrazione e una scarsa impronta personale. Discreta prova di un cast divertito, capace di strappare anche qualche sorriso qua e là, benchè alla lunga il gioco degli equivoci mostri la corda e diventi prevedibile. Il soggetto era già stato adattato per il grande schermo in due circostanze: da Henri Diamant-Berger (Miquette et sa mère del 1932) e da Jean Boyer (Miquette del 1940).