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Le salaire de la peur
Premi Principali
Orso d'oro al Festival di Berlino 1953
Durata
141
Formato
Regista
In una città dell'America Centrale, quattro sbandati senza soldi né lavoro accettano una missione pericolosa. I francesi Mario (Yves Montand) e Jo (Charles Vanel), l'italiano Luigi (Folco Lulli) e il tedesco Bimba (Peter van Eyck) sono chiamati a trasportare due camion carichi di nitroglicerina, necessaria per spegnere un pozzo petrolifero in fiamme. Il premio per la buona riuscita dell'impresa è di 2000 dollari a testa, al che i quattro decidono di affrontare il viaggio potenzialmente suicida.
Nel suo film forse più celebre, Clouzot rappresenta l'avidità e il pragmatismo del sistema capitalistico come emblemi di una natura umana irrimediabilmente corrotta dal male, da una volontà di sopravvivenza che non preclude alcun mezzo e da desideri materiali e logoranti che riducono quasi a uno stato primitivo. Così il regista nella prima ora ci descrive il microcosmo in cui i suoi personaggi si muovono stanchi, sfiduciati nei confronti della vita e senza nulla da perdere, dunque pronti anche a morire pur di assaporare un sogno di riscatto lungamente loro negato. Un riscatto incarnato dal guadagno ritenuto facile, dal denaro che obnubila la mente e comporta anaffettività e cinismo, senza compensare uno squallore morale che pare ineludibile. Straordinario esempio di costruzione della tensione narrativa con un numero esiguo di elementi a disposizione, lavorando soprattutto sulla cura degli aspetti sonori, sui piccoli gesti e sugli aspetti apparentemente secondari, mantenendo un livello di coinvolgimento emotivo sempre altissimo. Grande prova di Yves Montand al suo primo ruolo importante, ma Charles Vanel (nei panni di un viscido inetto che si fa passare per uomo di mondo) non è da meno. A lungo è circolata una versione mutilata di quasi quindici minuti: la versione originale e completa è passata su Rai Movie ed è disponibile in dvd. William Friedkin ha girato un remake, Il salario della paura (1976), mentre il soggetto ha dato spunto a una parodia italiana nel film Missione eroica – I pompieri 2 (1987). Orso d'oro a Berlino e Gran Premio a Cannes.
Nel suo film forse più celebre, Clouzot rappresenta l'avidità e il pragmatismo del sistema capitalistico come emblemi di una natura umana irrimediabilmente corrotta dal male, da una volontà di sopravvivenza che non preclude alcun mezzo e da desideri materiali e logoranti che riducono quasi a uno stato primitivo. Così il regista nella prima ora ci descrive il microcosmo in cui i suoi personaggi si muovono stanchi, sfiduciati nei confronti della vita e senza nulla da perdere, dunque pronti anche a morire pur di assaporare un sogno di riscatto lungamente loro negato. Un riscatto incarnato dal guadagno ritenuto facile, dal denaro che obnubila la mente e comporta anaffettività e cinismo, senza compensare uno squallore morale che pare ineludibile. Straordinario esempio di costruzione della tensione narrativa con un numero esiguo di elementi a disposizione, lavorando soprattutto sulla cura degli aspetti sonori, sui piccoli gesti e sugli aspetti apparentemente secondari, mantenendo un livello di coinvolgimento emotivo sempre altissimo. Grande prova di Yves Montand al suo primo ruolo importante, ma Charles Vanel (nei panni di un viscido inetto che si fa passare per uomo di mondo) non è da meno. A lungo è circolata una versione mutilata di quasi quindici minuti: la versione originale e completa è passata su Rai Movie ed è disponibile in dvd. William Friedkin ha girato un remake, Il salario della paura (1976), mentre il soggetto ha dato spunto a una parodia italiana nel film Missione eroica – I pompieri 2 (1987). Orso d'oro a Berlino e Gran Premio a Cannes.
