Tony (Emmanuelle Bercot), donna divorziata e un po' insicura, conosce e s'innamora di Georgio (Vincent Cassel), uomo brillante e fascinoso. Si sposano e tutto sembra andare per il verso giusto fino a quando, in procinto di avere un figlio, il loro legame inizia a sgretolarsi.

Dopo il successo di Polisse (2011), Premio della Giuria al 64° Festival di Cannes, la francese Maïwenn (classe 1976) firma una pellicola dal soggetto più ordinario e convenzionale. Un po' banale dal punto di vista narrativo, il film riesce a risultare credibile grazie a una messinscena solida e a una serie di dialoghi realistici e crudeli allo stesso tempo, scritti con discreta cura ma privi del mordente necessario per poter trapassare lo schermo come dovrebbero. La regista sa come usare la macchina da presa e il ritmo si mantiene alto per tutta la durata (comunque eccessiva): peccato, però, che il finale appaia fin troppo facile e alcuni passaggi siano vittime di diversi cliché narrativi. Notevole, in ogni caso, la performance dei due protagonisti Vincent Cassel ed Emmanuelle Bercot: quest'ultima è stata premiata a Cannes con la Palma d'oro per la miglior interpretazione femminile, ex aequo con Rooney Mara per Carol di Todd Haynes.
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