Arturo (Vincenzo Salemme), noto attore di una fiction familiare in cui interpreta il ruolo del padre, viene inseguito dal piccolo Mirko (Leonardo Bertuccelli), convinto di essere suo figlio nella realtà. Quando Arturo scopre che al bambino è scomparso il genitore e l'ha sostituito con il personaggio della serie, ne verrà presto conquistato.

Salemme prova, senza riuscirci, a intraprendere la strada della commedia agrodolce, in cui realtà e finzione si mescolano, smascherando l'ipocrisia delle persone. Si tratta di un'accozzaglia di comici famosi al grande pubblico, tra cui svettano Panariello e Rubini, che ripropongono anche in questa storia le loro tipiche macchiette. Il risultato è un film evitabile, caratterizzato da interpretazioni quanto meno dilettantesche. La sceneggiatura rimarca diversi luoghi comuni, costruendo delle situazioni a cui manca una struttura narrativa forte. La regia didascalica fa il resto.
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