
Bunny Lake è scomparsa
Bunny Lake Is Missing
Durata
107
Formato
Regista
Ann (Carol Lynley), giovane madre da poco trasferitasi a Londra dagli Stati Uniti, non riesce più a trovare sua figlia Bunny: la piccola sembra scomparsa nel nulla e nessuno ricorda di averla vista. Si occuperà delle indagini l'ispettore Newhouse (Laurence Olivier), che viene malvisto dal fratello di Ann, Steven (Keir Dullea). Ogni pista porta a un vicolo cieco, tanto che l'ispettore inizia ad avere dei dubbi sulla reale esistenza della bambina.
Aperto dagli splendidi titoli di testa di Saul Bass, è l'ultimo film importante che Otto Preminger ha diretto in carriera. Dopo una serie di kolossal piuttosto mediocri (Il cardinale del 1963 e Prima vittoria del 1965), il regista austriaco torna a firmare una pellicola, in apparenza più “piccola”, slegata da importanti eventi storici o da ambizioni drammaturgiche troppo elevate: Bunny Lake è scomparsa è una sorta di ritorno alle origini per Preminger, un lungometraggio in bianco e nero dai toni oscuri simili a quelli che il regista metteva in scena nei suoi noir (Vertigine del 1944, in primis) d'inizio carriera. La trama gialla ha echi hitchcockiani, e l'ambiguità di fondo alimenta la forte dose di suspence sapientemente dosata dall'autore: come in molti suoi lavori precedenti, Preminger scava a fondo nella psicologia femminile e, in questo caso, nel rapporto morboso che si è creato tra Ann e il fratello Steven. Buon cast ed elegante fotografia di Denys N. Coop. Cameo del drammaturgo Noël Coward. Tratto da un romanzo di Evelyn Piper.
Aperto dagli splendidi titoli di testa di Saul Bass, è l'ultimo film importante che Otto Preminger ha diretto in carriera. Dopo una serie di kolossal piuttosto mediocri (Il cardinale del 1963 e Prima vittoria del 1965), il regista austriaco torna a firmare una pellicola, in apparenza più “piccola”, slegata da importanti eventi storici o da ambizioni drammaturgiche troppo elevate: Bunny Lake è scomparsa è una sorta di ritorno alle origini per Preminger, un lungometraggio in bianco e nero dai toni oscuri simili a quelli che il regista metteva in scena nei suoi noir (Vertigine del 1944, in primis) d'inizio carriera. La trama gialla ha echi hitchcockiani, e l'ambiguità di fondo alimenta la forte dose di suspence sapientemente dosata dall'autore: come in molti suoi lavori precedenti, Preminger scava a fondo nella psicologia femminile e, in questo caso, nel rapporto morboso che si è creato tra Ann e il fratello Steven. Buon cast ed elegante fotografia di Denys N. Coop. Cameo del drammaturgo Noël Coward. Tratto da un romanzo di Evelyn Piper.