Giuseppe (Maurizio Casagrande) è un ispettore di polizia che, durante un inseguimento, urta un cassonetto al cui interno c'è un uomo (Vincenzo Salemme) nudo e privo di memoria. Questi lo riconosce come suo padre, per cui il poliziotto si vede costretto, dopo l'iniziale titubanza, a portarlo a casa sua, dove la moglie lo accoglie come un figlio.

Ispirato dalle atmosfere di La vita è meravigliosa (1946) di Frank Capra, Salemme dirige un racconto in cui angeli e buoni sentimenti si mescolano con la commedia più leggere. Peccato che il tocco del regista partenopeo non sia lieve come quello di Capra, e il risultato è solo un'accozzaglia di buonismo in saldo e futilità a ripetizione. Dall'esilissima trama, fino a una comicità greve e sempre fuori luogo, la pellicola arranca per l'intera durata. Da aggiungere una regia televisiva e un alquanto triste cammeo di tre calciatori famosi (Cannavaro, Ferrara e Montella). Pressappochismo a palate.
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