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Riccardo III
Richard III
Durata
104
Formato
Regista
Il deforme Riccardo (Ian McKellen) è il fratello del defunto re: ambizioso e acuto, pronto a tutto pur di salire al trono, l'uomo definisce le trame di un piano pensato fin nei minimi particolari per conquistare la corona, con l'aiuto di alcuni cospiratori.
Il dramma shakespeariano trova una nuova ambientazione nell'Inghilterra degli anni Trenta: la collocazione funziona, esaltando le vicende narrate dal Bardo con un interessante avvicinamento ai regimi dittatoriali dell'epoca, reso evidente in alcuni accostamenti anche a livello iconografico del protagonista con Hitler. Ian McKellen, qui anche in veste di sceneggiatore, offre una splendida interpretazione dando ampio spazio alla scaltrezza e al doppiogiochismo del protagonista. Il lungometraggio riesce a dimostrare come l'opera teatrale abbia ancora un'attualità intrinseca, grazie a una regia ben architettata, con dei ritmi che scandiscono la vicenda al secondo, senza manierismi, ma con una velocità e una decisione ben percepibili, ottenendo un lavoro coinvolgente e ben strutturato, pur con qualche sequenza discutibile (la visita dei fantasmi, il finale sulle note di I'm Sitting on the Top of the World di Al Jolson). Orso d'argento per la miglior regia a Berlino.
Il dramma shakespeariano trova una nuova ambientazione nell'Inghilterra degli anni Trenta: la collocazione funziona, esaltando le vicende narrate dal Bardo con un interessante avvicinamento ai regimi dittatoriali dell'epoca, reso evidente in alcuni accostamenti anche a livello iconografico del protagonista con Hitler. Ian McKellen, qui anche in veste di sceneggiatore, offre una splendida interpretazione dando ampio spazio alla scaltrezza e al doppiogiochismo del protagonista. Il lungometraggio riesce a dimostrare come l'opera teatrale abbia ancora un'attualità intrinseca, grazie a una regia ben architettata, con dei ritmi che scandiscono la vicenda al secondo, senza manierismi, ma con una velocità e una decisione ben percepibili, ottenendo un lavoro coinvolgente e ben strutturato, pur con qualche sequenza discutibile (la visita dei fantasmi, il finale sulle note di I'm Sitting on the Top of the World di Al Jolson). Orso d'argento per la miglior regia a Berlino.
