Nicola Sansone (Tommaso Ragno) è proprietario di un podere nel Sud Italia che viene confiscato e riassegnato a una cooperativa. I nuovi gestori non riescono però ad avviare l'attività, a causa di boicottaggi e impreparazione, e dal Nord arriva per aiutarli Filippo (Stefano Accorsi), stratega dell'antimafia abituato a stare dietro una scrivania. Ora però dovrà scendere in campo e per lui sarà tutt'altro che semplice.

Abituato a firmare “commedie etiche” come Si può fare (2008), Giulio Manfredonia prosegue sulla stessa strada, dando vita sullo schermo a una storia leggera solo in apparenza che fa nascere, però, più di qualche dubbio sul risultato finale. Vittima di una prima parte buonista e leziosa, La nostra terra fatica eccessivamente a rialzarsi e non riesce più ad acquistare spessore con il passare dei minuti. La rappresentazione del contesto di riferimento (la mafia, la terra, il lavoro come arma per combattere la crisi) è superficiale e la regia ben poco accattivante. Il risultato è poco coraggioso e troppo cauto: Manfredonia avrebbe dovuto spingere maggiormente sull'acceleratore per dare maggior peso a una riflessione che avrebbe potuto dare adito a conseguenze ben più interessanti.
Lascia un tuo commento

Dello stesso regista

Potrebbero interessarti anche

Corsi

Sei un appassionato di cinema?
Non perderti i nostri corsi lorem ipsum dolor


Sei un’azienda, un museo o una scuola?
Abbiamo studiato per te lorem ipsum dolor

Con il tuo account puoi:

Votare i tuoi film preferiti

Commentare i film

Proporre una recensione

Acquistare i nostri corsi

Guardare i webinar gratuiti

Personalizzare la tua navigazione

Filtri - Cerca un Film

Attori
Registi
Genere
Paese
Anno
Cancella
Applica