
Gli occhi della notte
Wait Until Dark
Durata
108
Formato
Regista
Susy (Audrey Hepburn) è una ragazza non vedente entrata casualmente in possesso di una notevole quantità di droga nascosta all'interno di una bambola. Una banda di criminali capitanata da un uomo nevrotico (Alan Arkin) si mette sulle sue tracce per cercare di recuperare la merce.
Conosciuto per aver dato il via alla saga di 007, dirigendo i primi due capitoli (Agente 007 – Licenza di uccidere del 1962 e A 007, dalla Russia con amore del 1963) e il quarto (Agente 007 – Thunderball del 1965), Terence Young si cimenta qui in un thriller ad alta tensione ben strutturato e dotato di una tensione efficace. Ispirato a un grande successo di Broadway di Frederick Knott, il film sfrutta al meglio la sua solida matrice di partenza e trova in Audrey Hepburn l'interprete perfetta per il ruolo della protagonista. Peccato che Young, a volte, si sieda un po' sugli allori e non spinga sempre sull'acceleratore come avrebbe dovuto e potuto: un pizzico di coraggio in più avrebbe giovato all'operazione, soprattutto in una parte centrale vittima di qualche calo, ma complessivamente si può rimanere comunque soddisfatti, anche grazie a un finale degno di nota e alla notevole fotografia di Charles Lang. Musiche di Henry Mancini.
Conosciuto per aver dato il via alla saga di 007, dirigendo i primi due capitoli (Agente 007 – Licenza di uccidere del 1962 e A 007, dalla Russia con amore del 1963) e il quarto (Agente 007 – Thunderball del 1965), Terence Young si cimenta qui in un thriller ad alta tensione ben strutturato e dotato di una tensione efficace. Ispirato a un grande successo di Broadway di Frederick Knott, il film sfrutta al meglio la sua solida matrice di partenza e trova in Audrey Hepburn l'interprete perfetta per il ruolo della protagonista. Peccato che Young, a volte, si sieda un po' sugli allori e non spinga sempre sull'acceleratore come avrebbe dovuto e potuto: un pizzico di coraggio in più avrebbe giovato all'operazione, soprattutto in una parte centrale vittima di qualche calo, ma complessivamente si può rimanere comunque soddisfatti, anche grazie a un finale degno di nota e alla notevole fotografia di Charles Lang. Musiche di Henry Mancini.