Occupazioni occasionali di una schiava

Gelegenheitsarbeit einer Sklavin

Anno

Paese

Rft

Generi

Durata

91

Formato

Regista

Per mantenere i suoi figli, Roswitha (Alexandra Kluge) organizza una serie di aborti clandestini. Una lettera anonima alla polizia la costringerà a chiudere il suo ambulatorio, e la donna inizierà a dedicarsi all'attivismo politico.

Potrebbe essere letto come un seguito de La ragazza senza storia (1966), l'esordio di Alexander Kluge dietro la macchina da presa. In questo film, infatti, si riprendono tematiche quali la condizione femminile nella Germania dell'epoca, la povertà e il tentativo di far valere i propri diritti, ma anche il taglio fotografico e persino la stessa protagonista: Alexandra Kluge, sorella del regista. Occupazioni occasionali di una schiava è un'opera che alterna sequenze statiche a grandi fiammate, momenti di stanca a scene coraggiose e disturbanti. Notevole è, soprattutto, la prima parte, quando il regista non nasconde nulla allo spettatore: gli aborti sono mostrati in dettaglio, pronti a mettere a dura prova anche gli stomaci più forti. La confezione è curata, ma la pellicola diventa più macchinosa e inconcludente col passare dei minuti. È l'ennesima denuncia dell'autore tedesco contro il sistema capitalistico occidentale: questa volta, però, è riuscita a metà.
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