Eddie Palmer (Justin Timberlake) ha passato gli ultimi dodici anni della sua vita in galera. Ora che è stato rilasciato, proverà a rifarsi un’esistenza ma sarà meno semplice del previsto. Qualcosa potrebbe cambiare tramite l’incontro con Sam (Ryder Allen), un ragazzino con cui nascerà un legame molto forte.

Terza prova dietro la macchina da presa di un lungometraggio di finzione per Fisher Stevens (più noto come attore che come regista), Palmer conferma la scarsa creatività del suo autore che, come nel precedente Uomini di parola, gioca sempre sul sicuro, rischiando poco e dando vita a pellicola decisamente scontate e che sanno molto di già visto. Palmer, fortunatamente, viene in parte salvato dalla costruzione dei personaggi, credibili e ben scritti dalla sceneggiatura di Cheryl Guerriero. Justin Timberlake è pienamente in parte e regala una delle prove migliori della sua carriera, ma anche gli altri interpreti fanno discretamente bene il loro dovere. Così, nel complesso, può anche risultare un discreto film di redenzione, che non riesce però ad alzarsi sopra il livello medio di tanti altri lungometraggi piuttosto simili, anche perché lo scenario white trash della provincia americana messo in campo è privo di qualsiasi scarto narrativo rispetto al solito. La colonna sonora, inoltre, è troppo invasiva. Il film è arrivato direttamente su Apple Tv+. 
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