Ragazza madre che lavora come parrucchiera nei quartieri spagnoli di Napoli, Rosa (Pina Turco) è costretta a licenziarsi per sfuggire alle molestie del proprietario del negozio. Disoccupata, trova sostegno nelle amiche del cuore e in un tatuatore che la aiuteranno ad aprire un locale tutto suo.

Dopo alcuni anomali noir al maschile – un esempio è Gorbaciof (2010) con Toni Servillo – Stefano Incerti si dedica a una pellicola al femminile, colorata ed esuberante che riprende in parte lo stile di Pedro Almodóvar e Pappi Corsicato. È una Napoli in salsa pop quella che mostra Incerti (partenopeo, proprio come Corsicato), multietnica e tradizionalista allo stesso tempo, improntata al cambiamento ma ancorata alle tradizioni. La carne al fuoco però è davvero troppa – tra i tanti temi, si tocca la crisi economica, la solidarietà femminile, la diversità sessuale – e il regista fatica a gestire tutto il materiale a disposizione. Il risultato, così, è troppo leggero e un po’ ingenuo, a tratti godibile ma anche vittima di una scarsa profondità di scrittura sui dialoghi e personaggi. Davvero troppo poco per colpire o, quantomeno, per essere ricordato al termine della visione.
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